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martedì 7 febbraio 2012

Il 2011 attraverso il web

Ne sono successe di cose quest'anno, molte delle quali, se non tutte, hanno avuto come cassa di risonanza il web, una forza inarrestabile e indispensabile che va sempre più maturando, nonostante i tentativi liberticidi.
E' stato un'anno all'insegna delle proteste, nel Medio Oriente, negli Stati Uniti, in Europa.
I racconti rivoluzionari e il peso dei social media hanno avuto un ruolo fondamentale e mai tanto visibile come ora. Gli osservatori delle dinamiche 2.0 scrivono che quest'anno, per la prima volta, la maggior parte degli eventi è stata raccontata prima dalla rete. Oltre a tutti i fatti quotidiani, la rete ci ha documentato sulle tecniche di censura, le intimidazioni, la mancata empatia di alcuni giornalisti, sulla cappa di disinformazione, meditata o inconsapevole. Ci ha mostrato i documenti su Guantanamo, il ruolo di Wikileaks e il presunto (reale) spionaggio di Assange e la storia della fonte, B. Manning, dal destino ancora in sospeso.
Il 2011 è stato l'anno in cui il tema della sorveglianza digitale ha finalmente fatto breccia nell'opinione pubblica, anche se questo non ha impedito il perpetuarsi di incarcerazioni, intimidazioni, violenze e perfino uccisioni di blogger e dissidenti digitali. L'Europa e gli Stati uniti continuano a dispensare buoni propositi (ottimi nel caso della 'No disconnect Strategy' dell'UE per proteggere gli attivisti), ma a intervenire senza altrettanta decisione, con l'aggravante, per gli USA, di spendersi per il libero web fuori dai confini nazionali, tentando, al loro interno, di far passare una legge liberticida come la SOPA.
Il mondo è cambiato grazie alla rete ed è troppo tardi per poterla imbavagliare e il 2012 sarà un anno di lotta, non solo per il libero web, ma per società libere.

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