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sabato 16 novembre 2013

Jeremy Hammond: "Ho fatto quello che ritengo giusto"


Epilogo: ieri, 15 Novembre 2013, Jeremy Hammond è stato condannato a 10 anni di reclusione per aver violato i server dell'agenzia di intelligence privata Stratfor.


Quando si tratta di far vacillare e crollare il castello di carta costruito nel sottobosco dell'intelligence americana, governativa o meno, bisogna mettere in conto che non c'è nulla di più rischioso, colpire al cuore senza spargimento di sangue i più torbidi segreti del governo USA, evidentemente, equivale al compimento di un delitto ben più grave ed efferato. Mostrare al mondo intero la scomoda verità nascosta nei meandri di un'agenzia privata senza scrupoli è un'atto che richiede una punizione esemplare, soprattutto ai danni di un'attivista politico e pertanto un sovversivo, criminale, pericoloso. Da eliminare.

Jeremy Hammond è un ragazzo di 28 anni, lo scorso anno è stato arrestato e rinchiuso per 18 mesi senza processo, accusato inizialmente di cyberterrorismo. In America sono fissati con il terrorismo, ormai è una patologia inestirpabile, l'asso nella manica da tirar fuori all'occorrenza per giustificare e motivare qualsiasi sporca azione condotta alle spalle dei cittadini, non solo americani.
Il vero problema, per il governo, è che c'è sempre qualcuno che manda all'aria i piani di segretezza assoluta e che sconvolge il sistema rivoltandolo come un calzino, con gli unici mezzi possibili, violando i sistemi informatici e dando in pasto alla gente informazioni che mai e poi mai avrebbero raggiunto il pelo dell'acqua. E' successo con Aaron Swartz, il soldato Manning, Edward Snowden, Barret Brown, tanto per fare i nomi più drammaticamente conosciuti.

Sorvoliamo sulla sicurezza informatica più potente del mondo, è l'unica nota ridicola di tutte queste vicende, ma c'è troppa amarezza per l'ultima ingiustizia consumata ieri, davanti a tutto il mondo in attesa della sentenza, che non ha fatto mancare il sostegno morale e pratico all'ultimo paladino della libertà.

Jeremy Hammond ha partecipato all'attacco lanciato da Anonymous nel 2011 ai danni dell'agenzia di intelligence privata Stratfor, dicevo, trafugando più di 5 milioni di mail compromettenti,  riversate e pubblicate su WikiLeaks. Uno smacco non da poco, considerati i contenuti inquietanti resi noti in seguito da tutte le testate giornalistiche più influenti. Il numero dei files è impressionante, così come lo sono gli argomenti e le allucinanti congetture e propositi di ogni ogni tipo all'interno delle non più segretissime mail appartenenti a 850 mila clienti, governativi compresi. 
L'Espresso, a suo tempo, ne ha pubblicato una parte abbastanza rivelatrice. Nulla in confronto all'intero malloppo su WikiLeaks comunque, per ovvi motivi. Nulla in confronto al presunto intento di mettere una croce pesante e definitiva su Assange ed il suo sito.

La cosa più assurda di questa vicenda è stato il ruolo di Sabu, l"attivista" dai fragili principi che una volta arrestato, tempo addietro, per salvarsi la pelle è diventato la mano operante dell'FBI, l'infiltrato a tutti gli effetti, l'infame traditore che ha permesso di smantellare LulzSec a seguito dell'operazione Stratfor, nonchè Jeremy Hammond.
L'Espresso, ai tempi della notizia di avvenuta violazione, si chiedeva come mai l'FBI, infiltrata attraverso Sabu, abbia permesso, o perlomeno non abbia impedito la fuoriuscita delle mail e conseguente pubblicazione, visto che il tutto era monitorato dalla spia. Vorrei rispondere che non ne hanno avuto la possibilità, che Sabu fosse poco più di una "fuffa", aria fritta insomma e che qualcosa non sia andato secondo i piani. Ma non lo so,  mi piace pensare che sia così. L'unica cosa certa è che l'infiltrato di turno ha una storia di miseria, di violenza e di ignoranza, ai margini ed oltre, in ogni suo aspetto.

Sabu dall'interno dell'FBI incitava attacchi informatici per incastrare i suoi ex compagni. E' così che Jeremy ha saputo per la prima volta dell'esistenza dell'agenzia Stratfor ed è così che ci ha rimesso 10 anni di vita. Ha confermato il suo coinvolgimento nell'operazione, senza scopo di lucro ed ha dichiarato:

"Le persone hanno il diritto di sapere cosa i governi e le società stanno facendo a porte chiuse. Ho fatto quello che ritengo giusto".

Credo che questo possa essere più che sufficiente per capire l'indole di un ragazzo che davanti alla distruzione della sua vita non ha avuto tentennamenti, nè false giustificazioni. Come Aaron Swartz.

Dopo l'impietosa condanna ha rilasciato una dichiarazione della quale pubblico un breve estratto dei punti più significativi. La potete trovare nella sua completezza in questo link.

"....Gli atti di disobbedienza civile e l'azione diretta che mi vengono imputate nella condanna di oggi sono in linea con i principi della comunità e di uguaglianza che hanno guidato la mia vita. Sono entrato in decine di aziende di alto profilo e istituzioni governative,  capivo molto chiaramente che quello che stavo facendo era contro la legge e che le mie azioni avrebbero potuto portarmi in una prigione federale, ma ho sentito che avevo l'obbligo di dover utilizzare le mie capacità per confrontarmi con l'ingiustizia e portare alla luce la verità. Avrei potuto ottenere gli stessi risultati attraverso mezzi legali? Ho provato di tutto, con petizioni di protesta pacifica ed ho scoperto che chi è al potere non vuole che venga esposta la verità. Quando parliamo di verità al potere siamo ignorati, nel migliori dei casi e brutalmente repressi nel peggiore.
Stiamo affrontando una struttura di potere che non rispetta il proprio sistema di controlli ed equilibri, per non parlare dei diritti dei suoi cittadini e verso la comunità internazionale....."

Segue una lunga e accorata storia della sua vita di attivista politico in un paese che non è più, o forse non lo è mai stato, l'emblema della democrazia. Una storia che stringe il cuore, che non può lasciare indifferenti nemmeno chi non ha mai sentito parlare di questo ragazzo e che considera, stupidamente, delinquenti gli attivisti che lottano per una giusta causa, con mezzi non violenti e posti alla stregua di criminali incalliti.

Nessun governo, nessuna legge al mondo può togliere 10 anni di vita ad un giovane idealista che ha scoperchiato l'ennesimo vaso di Pandora, a mani nude, se non per paura. Nessuna bomba, nessuna arma, solo testa, cuore e un'ideale. Tutte componenti che evidentemente fanno tremare un sistema che ha molto da nascondere e che vuole a tutti i costi continuare a farlo, fregandosene altamente di quello che potrebbe comportare, anzi, sperando che una dura condanna funga da deterrente, sbattendola in faccia come un monito, una promessa a chiunque osi sfidare il sistema.

Non hanno tratto alcun insegnamento dal suicidio di Aaron Swartz, vanno avanti per la loro strada lastricata di vittime che non abbassano la testa, persone che rappresentano un'ostacolo incontrollabile ed ogni mezzo è lecito per la parte fondamentale e inalienabile che vuole il controllo su ogni cosa si muova. 10 anni per violazione informatica è una pena assurda, non esiste. Come non esisteva la prospettiva di una condanna di 35 anni alla quale sarebbe andato incontro Aaron Swartz e che l'ha portato alla sua tragica fine.
L'America è un paese pericoloso, sotto tutti i punti di vista, a discapito del suo grande popolo.

Non hanno ancora capito che un'idea non si può arrestare.

#FreeHammond #FreeJeremy



by @YourAnonNews

2 commenti :

  1. L'ultima immagine dice tutto, dice quando sia ingiusta la nostra "giustizia". Togliere 10 anni di vita ad un ragazzo che ha solo voluto mostrare al mondo la verità, che ha solo seguito la sua coscienza, i suoi ideali è un'assurdità che lascia senza parole. Pensare che questa condanna arriva da un paese che quaotidianamente toglie la vita a decine di persone per la loro voglia di onnipotenza poi.... La guerra non violena per la ricerca della verità viene punita da chi ogni giorno porta avanti decine di guerre violente, azz, roba da non credere. Spero che questa repressione così ostinata nei confronti di chi cerca di far luce su tutte le pratiche oscure dei nostri governi finisca presto, che la gente apra finalmente gli occhi e che dia una lezione esemplare a chi vuole tapparci la bocca e tenerci buoni, sono loro da punire in modo che non ci riprovino più, non chi cerca la verità. Non hanno imparato niente, azz, stanno rovinando la vita di un altro ragazzo, per Aaron non si è potuto fare più nulla, Jeremy, Edward e Bradley possono ancora essere salvati, la speranza è l'ultima a morire, no?

    Che dire sul posto, bellissimo, come al solito, sempre particolari e speciali, pieni della tua essenza :-* Grazie Flo, è sempre bellissimo leggere qualcosa qui :-* Chissà che il prossimo articolo non riporti una buona notizia.

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  2. Aaron Swartz, ma pure i più "fortunati" Jeremy Hammond, il soldato Manning ed Edward Snowden sono i martiri moderni del nuovo millennio, illustri personaggi generosi e virtuosi, Gente con "La bomba in testa" che si sono immolati per una Società che, da quel che traspare, probabilmente non li merita!
    Il rammarico lancinante sta nel fatto che buona parte del mondo (basta scorrazzare sui social o sfogliare qualche quotidiano per farsene un'idea) NON CONOSCE il loro Lavoro, la loro storia, la loro condizione e questo è davvero avvilente....

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